E' qui che è nata l'idea..........

E' qui che è nata l'idea..........
il mio amico dudduzz'

IL VIAGGIATORE

La mia foto
Locorotondo, BARI, Italy
Ho scritto parole che non ho mai avuto il coraggio di dire, ed i pensieri che le hanno generate si vergognano, ho scelto soluzioni che mi hanno violentato, i cui motivi ora mi deridono, ho preferito non dire, perché così facendo ho saturato il mio dolore. La nebbia di Hesse è lo scopo ultimo e la solitudine, la compagna ideale. In un monotono basso e costante rivivo i mie ricordi. Tutti mostrano il lato oscuro, ambivalenza insolita forse, ma criticamente vera. E allora perché……… Sono io a svelare l’anima nera dei santi, e la redenzione degli impuri? Perché trovare sempre l’inghippo, perché la giustificazione è permessa? Perché per voi, volgari ciarlatani, io lo ammetto. Perché per me invece, mi inchiodo in croce……………..

domenica 14 giugno 2009

MusicaMaestra.....



Meno male che non sono il cane dell'ENI (quello a 6 zampe).

Appena risvegliato da un fittizio sonno, una pesante macchia bianca sulla mia gamba sinistra testimonia l'insolito e sgradevole evento. Strano il risveglio, coperto da un lenzuolo, in un letto d'albergo scarno, rumoroso e alquanto malandato. Insolita anche la presenza di due sconosciuti, tutti e tre però accomunati dalla presenza di un piccolo tubicino trasparente che si nasconde tra le lenzuola dei rispettivi letti. E quegli inservienti, vestiti tutti con dei camici bianchi, cosa ci fanno tutti sullo stesso piano. E' insolito tutto o quasi, certamente il ruolo, il mio, abituato come sono ad essere l'oste ospitale e non l'ospite. Per questa volta i ruoli sono invertiti ed avrò pure il diritto di chiedere di staccare quel maledetto cane che mi stà mordendo la gamba da ore........con un dolore a livelli professionali. Albergo di provincia, dove molti ti conoscono e dove incontri spesso anche i tuoi di pazienti. Strana la mente, i più sono dispiaciuti, ma una sorta di rivincita nello scambio dei ruoli, li porta a proferire due tipi di affermazioni, la prima stupidamente candida- ma come, anche i dottori si fanno male?-, la seconda, perfidamente rivendicativa- adesso ci capisci anche tu...-quasi non me ne fossi mai interessato, rimasto "azzoppato" per oltre una settimana pur di non abbandonarli....
Ma ciò che mi ha fatto sorridere è successo (forse) alla dimissione, su un quattro ruote sgangherato, un ragazzino si è avvicinato chiedendomi cosa fosse accaduto. Io, ripreso il ruolo del Dott. gli ho spiegato con sufficiente precisione l'accaduto. Lui, guardandomi bene entrambe le gambe, ha notato una grossa cicatrice sull'altra gamba e ha voluto sapere il perchè. -è già successo all'altro tendine due anni fà-gli ho risposto. Dopo un attimo i suoi occhi (abbastanza "bastardi",nonostante la giovane età) si sono accesi e allontanandosi un pò ha aggiuto- e meno male che non sei il cane della pubblicità, quello di gambe ne ha sei............

domenica 19 aprile 2009

Confusionario Musicale del millennio scorso. parte III




SIDE B....e cominciava ad insinuarsi un nuovo filone musicale. New Age.......ma questa è un'altra storia.

venerdì 17 aprile 2009

Confusionario Musicale del millennio scorso. parte II


















...e visto che l'appetito vien mangiando, quando ancora qualche barlume di memoria è ancora presente, riporto la sequenza di canzoni presenti su una vecchia cassetta, che per caso ho trovato in una scatola di biscotti. Altro che contenitore dell'Ikea....ha resistito per vent'anni, intatta.

Rain Parade, Green on Red, Dream Syndicate

http://it.wikipedia.org/wiki/Green_on_Red
http://it.wikipedia.org/wiki/Rain_Parade

http://it.wikipedia.org/wiki/Dream_Syndicate

Confusionario Musicale del millennio scorso

Stanco di darvi notizie "trite e ritrite" sulla band o sull'artista, da oggi, vi segnalerò magari solo i siti su cui averne informazione. Cosa dirvi dei Cult? 1986 di una estate calda, in piena lotta contro l'immane Università in quel di Bari. Al solito rinvio di esame per cause non precisate, mando tutto a quel paese e mi ritiro al paese, il Mio. Nella mia 127 color giallo spento, arrivo con i calzini pieni di sudore "a dalt'", il corso principale. Talmente felice nell'animo da ascoltare "the Wall", un amico mi propone l'alternativa.......dal rispettoso disprezzo verso le istituzioni passai alla violenza.

Presi in retromarcia il palo di un segnale, lì da secoli, ingranai la prima e con il paraurti "bifido" ripresi il cammino verso la campagna. Casualità o l'incidende fu' voluto? Non lo so, di certo si rilevò intimamente appagante.........

http://it.wikipedia.org/wiki/The_Cult

sabato 14 marzo 2009

Dentro.


Ci siamo dentro.......
un mondo di miliardi di segnali,
un mondo in cui il silenzio è ormai un ricordo, un mondo in cui l’andare lenti è ormai illusione.
Questo mondo è così, prendere o lasciare....
e lasciare non può essere la soluzione.
Mondo strano e tragico, mondo solitario in mezzo a tanti, volti che passano e fuggono, come su di un treno in cui ti sporgi, veloce e per questo sconosciuto.

Non c’è tempo per sapere, solo attimi di conoscenza, solo spigolature, colori e forme, sfocate nella velocità dell’attimo, fuggenti nella foga di altro.
Noi semplici spettatori seduti ad una fermata, con il vento dei mezzi che sfrecciano, a tentar invano di mettere ordinati interminabile file di libri, due su e dieci che inevitabilmente cadono.

Così è.

I minuti ti rincorrono come cani affamati di carne, della tua.
Questo mondo, il nostro mondo, un eterno elastico in costante vibrazione, un attimo rallenta e subito dopo uno strappo incredibile, che ti spezza le reni e non ti da tempo di rifiatare.
Che mondo questo mondo,
moderno e comodo certamente, ma tanto crudele quanto ingrato, più per trascuratezza che per indole, più per cecità che per reale voglia persecutoria.
Scrupoli e perdono sono germi da debellare, complicazioni ulteriori di questa macchina già tanto complicata.
Formiche in moto perpetuo, in un ordine che non riconosce la regina, entità unica e finalizzante. Tante regine e tanti re, senza senso e senza scopo se non quello di sopravvivere.
A cosa e a chi non è dato di sapere, ma così fan tutti….

Identità per cosa o per quale intento, comunanza neanche negli affetti se non verso i figli, piccole macchine da guerra inevitabilmente programmate per proseguire la missione.
La missione, sopravvivere o soccombere, genetica e geografica nella scelta.

A lottare per un cellulare o uccidere per un sorso d’acqua sporca e infetta, c’è comunque ferocia nei mezzi.
Più futile è lo scopo più raffinata è la tecnica, si uccide per un paio di scarpe griffate e si uccide per un paio di scarpe.
Cambiano le latitudini, gli sfondi, i paesaggi, il colore della pelle, cambiano le strade, ma…….comunque si uccide.
Invocare la logica, analizzare gli eventi, arrampicarsi su teologia e sociologia, tradurne i contesti per future e futili soluzioni, è compito dei soliti esperti, profeti di superiori conoscenze, tenutari delle verità assolute, prototipi viventi dei condottieri di storica memoria.

Cambiano le paure, non più morte ma povertà, paura di perdere il superfluo, della foto patinata sul giornale, anche locale, di quelli buoni solo da lettiera per uccelli in gabbia, duri anche per pulirsi il culo, dello scanno su cui sedersi al tavolo dei condottieri, pavoni azzoppati senza scopo e senza patria, accomunati dalla paura dell’anonimia, talmente stupidi da pensare di dominare tutti solo per il ruolo, predatori di carta straccia, buoni per “andar a cartoni”.

Vorrei incontrare un uomo,
vorrei incontrare un muto, vorrei si sedesse avanti ai carri armati,
vorrei potesse darti una mano e farti uscire da quella tana, vorrei mi sorridesse,
vorrei che mi stupisse per una carezza gratuita,
vorrei che il mio volto non sia quello di un bambino, ma quello di un vecchio,
vorrei che mi indicasse un luogo dove nascondermi,
dove potermi spogliare nudo e sentire il caldo ed il freddo della natura,
vorrei che mi indicasse il senso,
vorrei trovarti Dio e se anche tu non fossi Lui,
vorrei che ne fossi convinto.
Ti vorrei ancora, come luce di faro, come indicazione certa,
come braccia che mi sorreggono, come lo facesti quando ero incerto nel camminare,
altrettanto incerto ora nel procedere,
tu che mi hai fatto conoscere la sofferenza sulla tua pelle,
tu che mi hai messo al mondo,
Padre mio Padre, con me……” o capitano, mio Capitano….”.

O Capitano! Mio Capitano!
Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida,
ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,là sul ponte dove giace il Capitano,caduto, gelido, morto.
O Capitano! Mio Capitano!
Risorgi, odi le campane;risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
E' solo un sogno che sul ponte sei caduto, gelido, morto.
Non risponde il mio Capitano,
le sue labbra sono pallide e immobili,non sente il padre il mio braccio,
non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso,
finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo,
la meta è raggiunta;
esultate coste,
suonate campane!
Mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto. WALT WHITMAN (1865)

sabato 21 febbraio 2009


C'ERA UNA VOLTA.....(2004).

C'era un numero, c'era un'anima, c'era uno sfogo.
C'era un pesce rosso in una sfera di cristallo.
C'era qualcuno che ne porgeva il cibo.
Quante volte la voglia di azzerare il tempo
e quante volte il tempo passato a fermare la mano.
Quante volte la paura di perdere il vecchio, il presente e il futuro.
C'era un pesce rosso in una sfera di cristallo,
poi altri se ne aggiunsero.
C'era qualcuno che ne attenuava la fame, poi non a tutti bastava.
I vecchi, i deboli e i dimenticati cominciavano a morire.
Paura nel tenerli, tutti, paura nel farli morire,
paura di morire,
paura di soffrire per la morte altrui o semplice fastidio
nel prendere il retino e buttarli nella spazzatura.
C'era una sfera di cristallo colma d'acqua e di speranze forse tradite.
Ora la sfera è lì, capovolta dietro una finestra socchiusa.

I raggi di luce trapassano il vetro e si scompongono in tanti colori.
C'è una sfera di cristallo, c'è una luce, c'è un colore.
La notte non ammette i colori, solo il buio.
C'era un faro sotto il sole,
era acceso ma l'abbaglio non consentiva di apprezzare la sua luce.
La notte fu il testimone della sua presenza e del suo ruolo.
c'era un numero, c'era un'anima, c'era uno sfogo.
Il numero sparì, l'anima cambiò e spense anche il faro.
C'è ora un mondo in bianco e nero, sterile e asettico, una tavolozza bianca su cui dipingere.

Domani speriamo che non piova,
così che un raggio di luce attraverso il vetro,
poggerà sul drappo, nuovo e amico, un altro colore....

DR.CaFè