E' qui che è nata l'idea..........

E' qui che è nata l'idea..........
il mio amico dudduzz'

IL VIAGGIATORE

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Locorotondo, BARI, Italy
Ho scritto parole che non ho mai avuto il coraggio di dire, ed i pensieri che le hanno generate si vergognano, ho scelto soluzioni che mi hanno violentato, i cui motivi ora mi deridono, ho preferito non dire, perché così facendo ho saturato il mio dolore. La nebbia di Hesse è lo scopo ultimo e la solitudine, la compagna ideale. In un monotono basso e costante rivivo i mie ricordi. Tutti mostrano il lato oscuro, ambivalenza insolita forse, ma criticamente vera. E allora perché……… Sono io a svelare l’anima nera dei santi, e la redenzione degli impuri? Perché trovare sempre l’inghippo, perché la giustificazione è permessa? Perché per voi, volgari ciarlatani, io lo ammetto. Perché per me invece, mi inchiodo in croce……………..

venerdì 9 gennaio 2009

OminiOmni




Oggi è un giorno che non và.
Di quei giorni che la nebbia ti entra nel cervello, fredda e umida.
Non abbastanza da congelarti i pensieri.
I pensieri, piccoli omini che circolano vorticosamente, si arrampicano, cadono e si urtano fra loro.
Raramente i miei si allineano e si ordinano, rallentano il passo.
Sono sempre maleducati, passano sopra agli altri caduti in terra, spingono, si sgomitano, alle volte litigano, dispettosi al punto di dare calci nei momenti meno opportuni, di strillare quando hai bisogno di silenzio, di bussare alla tua porta quando non vorresti aprire a nessuno.
Non sono tutti uguali, alcuni dormono beatamente per tanto tempo, altri soffrono di insonnia cronica, altri ancora sono come i parenti lontani, si presentano sempre nei momenti meno opportuni.
I miei li ho educati male, i più sono da "classe differenziale" di vecchia memoria.
E' forse una debolezza della nostra generazione, genitori atipici perchè abbiamo preso "mazzate" dai nostri di genitori e ne prendiamo anche dai nostri figli.
Per questo ne ho messo al mondo solo uno e direi che non mi è andata poi così male con lui.
Tornando ai pensieri di oggi grazie al famoso nebbione scivolano con una facilità incredibile, quindi il caos è ancora più forte.
Nella grande stanza (è così che definisco il contenitore) ti accorgi di quei pochi che stanno fermi e ti osservano, in piedi, vicino agli angoli delle mura.

Sono i ricordi, pallidi e sfocati alcuni, altri ancora vitali e chiari. Spesso si avvicinano e mi tirano per la giacca (diciamo giubbotto, poco incline come sono all'uso dell'abito completo di cravatta), addirittura si stringono alle gambe.
E sei tu a rimanere immobile, a rivangare il passato, impotente.
Finchè sono belli, i ricordi, sono sicuramente un bene ma quando così non sono......la punizione riprende, ed è qualcosa da cui non puoi scappare......



"...Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare. Il mare incanta, il mare uccide, commuove , spaventa, fà anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibile. Ma soprattutto: il mare chiama. Non fà altro, in fondo, che questo: chiama. Non smette mai, ti entra dentro, ce l'hai addosso, è te che vuole. Puoi anche far finta di niente , ma non serve. Continuerà a chiamarti. Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita. Instancabilmente, li sentirai chiamare. Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà." (A.Baricco).

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